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“Lasciala qui, non dà fastidio a nessuno”.
Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha pensato la frase scritta in cima a questa pagina.
Alzi la mano chi dovendo andare al cinema non ha parcheggiato di fretta, dove non si potrebbe, confidando nella notte, nel buio che nasconde l’auto in sosta vietata. Alzi la mano chi lavora di doppia fila, chi compera le sigarette lasciando l’auto in bella vista: “tanto è un minuto”.
Alzi la mano chi all’incrocio si ferma sulla linea d’arresto come il mitico codice della strada prescrive. Alzi la mano chi nel traffico non si è mai sporto dall’incrocio a guardare, cercando un varco fra le auto maleducate che non lasciano immettere in strada.
Un mix esplosivo, è proprio il caso di dirlo: un’auto in sosta vietata, un incrocio, una seconda auto soraggiunge e non avendo la necessaria visibilità si sporge dalla linea di arresto.
Milano, è notte; una notte che ha quel sapore di mille altre notti: proprio perché quando deve accadere accade, e non c’è un cazzo che ti avverta, che ti segnali la situazione, che ti permetta di capire.
La sorpresa, la casualità, la terribiltà delle cose terribili sta proprio nella normalità dei fatti, nella routine che ti si rivolta contro.
Il fatto di cui parlo è di luglio 2009, tornato al presente per via di una sentenza che fa scalpore: 6 mesi di condanna per una sosta vietata.
Già, perché a rimetterci, col prezzo più grosso, è stato un motociclista di 29 anni, uno come noi, uno che non conoscevo ma che in qualche modo è un nostro fratello, ad ogni modo un nostro simile; che si proceda su due o quattro ruote.
Stateci attenti, stiamoci attenti: spesso pochi centesimi di secondo costano una vita, spesso, è vero e non è retorica, vale la pena fermarsi a riflettere, a compiere quei gesti che sembrano noiosi e pedanti, esagerazioni in termini di sicurezza.
Il ragazzo, investito dall’auto che sopraggiungeva, ha perso la vita.
Il giudice che condannato la proprietaria dell’auto in sosta vietata con 6 mesi di reclusione (con sospensione condizionale della pena).
Episosio del 16 luglio 2009, via Catelbarco, Milano.
Articolo 158 del c.d.s.: è imposto l’obbligo di assicurarsi che dal luogo scelto per parcheggiare ” non possa derivare pericolo per l’incolumità delle persone”.
Amen
Massimo
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