La strada per la sicurezza

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Lunga, in salita, piena di buche.
Eh già, perché davvero la strada per la sicurezza è dura e percorrendola, spesso, si rischia di perdersi, di sentirsi da soli.

Me ne sono accorto in particolare da quando collaboro (2004) con AMI, associazione motociclisti inc…olumi.

Tante chiacchiere, mille politicanti, decine di promesse , tante delusioni ma nessuna in grado di smorzare la passione e la voglia di fare, di andare.

Più che specificatamente di cartellonistica, indicazioni, regolamenti, leggi, la sicurezza stradale alberga nel quotidiano, nelle piccole azioni commesse come utente, attore del sistema strada, in veste di automobilista, motociclista, semplice pedone o ciclista, compresi quello che pensano, stando in bici e pedalando, di poter andare contromano o di poter passare con il rosso…

La sicurezza stradale è da intendersi come un insieme di norme generali, di concetti e comportamenti. Non va certo, la sicurezza, vista e vissuta come l’astruso insieme di articoli del codice della strada, il più delle volte  impossibili da far rispettare se non per fare cassa.

Ignoranza nei progettisti, nei manutentori, in chi vigila sulle strade, perfino in chi, come ministri vari delle infrastrutture, di sicurezza e viabilità ne fanno una professione.

Cosa dire dei vigili urbani (si si, zitti, mica tutti!) per dirne una? Spesso in giro a bivaccare o appostati per multarti nel caso avessi una gomma sulla striscia pedonale, ma mai presenti, appunto, a vigilare davvero, segnalare, punire chi parla al telefono, chi si trucca guidando, chi guida le smart (credo ci sia una apposita patente per chi guida smart e Tmax…) come fosse immortale, come fosse in un videogame dove se muori, risorgi premendo un tasto.

Cosa dire di chi parla parla ma poi d’estate, col caldo, se ne va in moto in maglietta e bermuda? Al semaforo, ogni volta che li vdo, ho voglia di smettere di combattere per loro, per tuti quelli che si grattano se parli di sicurezza, incidenti e prevenzione.

Ami c’è anche per questo, per diffondere una metodologia che va anche oltre l’utilizzo della strada: l’educazione civica, il gruppo di persone ed amici, il rispetto, la solidarietà, l’aiuto; il sostegno per chi è rimasto ferito e non curato, per chi si perde lungo la strada della sicurezza per colpa, magari, non sua.

La strada per la sicurezza è piena di buche, come a Roma, o di guard-rail, che vigilano, vegliano, ma non per salvarti: infami sciacalli pronti a prenderti se esci di strada, pronti a tagliarti, che tu sia in macchina oppure in moto.
Già, perché il google alert attivato ad arte per ritrovare gli incidenti con conseguenti lesioni causate dal guard-rail (fondamentale distinguere SEMPRE la causa di lesione dalla causa di incidente) riporta ogni settimana quello che pare un bollettino di guerra, morte e distruzione: provate voi stessi a cercare… così.

Grazie, ovviamente, a chi pensa quello strumento indispensabile e sicuro. Beata ignoranza.

Arriva Pasqua, il meteo clemente per il centro Italia o quasi. Primavera, la voglia di moto ed una gita su e giù per i colli… Si, caro guidatore della domenica, mi rivolgo a te con l’auto carica, i bimbi che gridano ed i pacchi caricati sul tetto….

Stacci attento !

A bordo strada la polizia stradale gagliarda e tosta ferma le moto: crimine efferato come la modifica del portatarga va punito in maniera esemplare. Hai cambiato lo scarico? Eh, multa!

Mai si fermassere il nonno con i riflessi morti anni fa, mai la gente che parla al cellulare, mai chi ha penumatici lisci, chi ha il divano caricato sul tetto.

La strada per la sicurezza stradale pare, come si dice spesso, come la scaletta di un pollaio: corta e piena di merda.

La strada è la nostra: possiamo davvero riprendecela, magari cominciando “con le buone maniere”, evitando le liti a prescindere.

La strada per la sicurezza: mi giro e non sono solo, la percorro con Ami Onlus.

Ohi, allora, ci seguite o no?

Massimo

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About Massimo

Massimo Soldini 25/03/1979
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