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In tutta la nostra vita in moto abbiamo percorso più o meno la distanza fra la terra e la Luna (384.400 km).
Sembra tanta strada letta così, d’un fiato, e forse lo è davvero.
Provate a pensare a quanti km segnava la vostra strumentazione una moto fa, intendo dire quando la avete venduta, cambiata insomma: non sembrerà così impossibile se in moto ci andate davvero, se non vi spaventa la pioggia o il freddo, se per la maggior parte dei 12 mesi di un anno siete in equilibrio fra due ruote.
Basta invecchiare, senza troppe difficoltà, resistendo ai dolori da freddo reiterato, alle articolazioni che fanno musica, piegandosi, a cervicali impazzite, sinusiti ripetute.
E’ ovvio, non è da tutti, ed è altrattanto ovvio che io non abbia qui i conti alla mano per darvi la certezza di quella distanza coperta.
E’ ragionevole che io, David, molti di voi che state leggendo, lo abbiate fatto.
Un grandissimo inaspettato successo che potremmo tutti ventilare a gran voce, consapevoli, finalmente, di una impresa che vista sotto un altro punto di vista poteva apparire impossibile e che ora, finalmente, fornisce la chiave di lettura più esatta per affrontare un viaggio, le imprese di ogni singola mattina.
Sotto un cielo pulito di Roma, schiacciato da un caldo feroce, ho avuto un’altra visione: sempre in sella, nemmeno a dirlo, stavolta però su ruote diverse da quelle specifiche di una moto…o meglio, di una moto che ci si aspettarebbe.
Per ora la scaramanzia vince su tutto e non sciolgo quello che spero vi sembrerà un dubbio, una gustosa curiosità, un gioco da fare insieme.
Progettare un viaggio, un altro, stavolta meno chilometri visto che ormai, perfino la luna, chilometro più, chilometro meno, è stata raggiunta.
Un viaggio con un sapore differente di cui spero a breve di potervi raccontare, di cui spero presto di poter fantasticare via via passando a dimensioni più pratiche.
Per ora è solo un esca per me, per voi, e si sa, “al pesce, quando abbocca, l’esca gli piace e la mangia tutta…”
So già che queste righe sembreranno più vuote del previsto, che tutto sommato ho detto un “nulla” , qualche frase scontata, che un progetto senza dettagli vale poco davvero.
Un esercizio di pazienza che chiedo a voi amici: pazienza mentre ci penso, ci lavoro, ci fantastico su.
La luna fuori dalla finestra si staglia sicura nel cielo sgombro di Roma.
Il caldo opprime di meno.
A schiacciarmi ora è l’idea, l’impeto vorace che divora da dentro: come un fuggire per avere quel gusto del rientro, del racconto, della nostalgia, lontani da casa.
Per ora non so dire se sarà lungo oppure no, so che sarà un viaggio, che ho già cominciato a lavorarci, che su queste pagine troveremo, anche se davvero non prestissimo, foto, parole, saluti, commenti, sponsor, alcuni già allertati (www.vascopuntogomme.it).
Per ora non so, non posso, mostrare tutte le “carte” del viaggio, dell’idea.
Il saluto è in tono con l’argomento Luna e con carte da decifrare, aspetti da non mostrare.
“Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro” Mark Twain
Massimo
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