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Una sorta di primo disordinato riassunto di quanto alcuni di voi hanno chiesto per e-mail, davanti ad un birra, incontrandoci post viaggio.
Per le altre… avanti, chiedete pure !
In rigoroso ordine sparso……
A chi mi chiede se ho avuto paura rispondo di si; l’ho avuta spesso e credo aiuti a guardare certe situazioni e la moto con rispetto e non con la sufficienza di chi si sente esperto per poi cadere nel tranello della disattenzione più sciapa.
La risposta è SI: per tutti quelli che si stanno chiedendo o ci hanno chiesto direttamente se abbiamo ri-usato la moto. Piccoli o brevi spostamenti dal giorno dopo il nostro ritorno, alla lettera, abbiamo tutti riusato la moto.
Dopo un viaggio come questo a Caponord è come se ci si sapesse reggere in piedi solo su due ruote e se si barcollasse ritti su due piedi.
Certamente si: è ovvio che in testa affiorino idee, nuovi progetti e collaborazioni. Penso al ritorno a Caponord, cambiando tappe, percorso, diminuendo spese e tempi. Penso ad Elefantentreffen, al fatto che il nome del sito potrebbe dare il via ad una serie di viaggi che partono da Roma e che vanno sempre e comunque verso nord.
Anche se…si, abbiamo pensato al sud…tipo raid nel deserto oppure a RomaCaputSud: dopo Caponord, Cape Horn, la giusta conseguenza logica.
A chi mi chiede se ho pianto rispondo di si, lo ammetto sorridendo.
Più volte, anche se non serve mica farlo a dirotto per dire d’essersi emozionati. Raggiungere una meta, con lo zaino pieno di progetti realizzati, altri da iniziare, con pensieri e ricordi, mio padre che pareva a tratti vociare nel mio casco (“Daje a regà“): ed era come se i discorsi fra noi, le situazioni che vorrei da sempre correggere e non posso correggere si ricomponessero, si sistemassero, come se sapessero almeno trovare un posto ordinato, in disparte rispetto a tanto bene fatto, detto, pensato; come se ora, come è stato lassù, non fossero più orrende protagoniste, prepotenti verità.
Si, certo che vorrei continuare: sia viaggiare che scrivere (Grazie Andrea!).
E…si che si pensa pure alla mamma, lassù. Credo qualcuno, in ipotetica posizione fetale, mentalmente, nei tratti sul serio duri fra nebbia e neve, si sentisse dentro una voce che continuava a dire che era davvero pericoloso. “Sta tranquilla “Mà”
Questa, fra le domande che mi sono state fatte, è in alta classifica fra le più inaspettate ma coglie, nei fatti, pensieri realmente baluginati nel mare grandissimo di questa avventura.
L’abbraccio della signora Puntogomme, re incontrandoci a due giorni dal ritorno non vale come domanda ma contiene tante risposte.
Cosa mangiavamo…(!?!?!?) Ecco, lo confesso, questa domanda è abbastanza spicciola ed indice di chi, da casa, si è allontanato poco per diversi motivi fra cui il non volerlo od il non poterlo fare.
Con delicatezza ed una cura un po ipocrita ho risposto che purtroppo non siamo stati su un altro pianeta e che più o meno, viaggiando, ci si rende conto di come i cibi siano simili a quelli abituali o comunque graditi al palato per quanto colorati, speziati o stufati assieme ad animali che non hai mai visto ne da vivi ne in una teglia da cucina.
Ottime Renne ed Alci.
Si: lo rifarei !
A chi mi ha chiesto se ho mai pensato di mollare la riposta è NO anche se i momenti di verissima difficoltà, oggettiva e fisica, ci sono stati.
Diciamo che si era entrati in una condizione mentale di rarissima onnipotenza per cui al mattino, alzandomi su dal letto, mi preoccupavo poco delle condizioni del meteo continuando a supporre che fosse Dio, svegliandosi con preoccupazione, a dover vedere le previsioni per potersi dare una regolata rispetto a quello che avremmo fatto noi.
Si, serva tanta determinazione. Il viaggio lo hanno fatto in molti ma tutto in moto pochi, senza avere prenotazioni pochi, senza star via un mese ancor meno. E poi no è una gara, c’è chi ha fatto molto meglio, molto di meglio. Ognuno ha il suo viaggio dentro, le sue motivazioni che lo rendono unico anche a parità di meta.
Mi è stato chiesto quanto abbiamo speso: a breve pubblicheremo un resoconto, suddiviso per tappa, dei costi carburante, pedaggio stradale /traghetto, vitto, alloggio.
4300 € per due persone è una risposta riassuntiva.
No, no so ancora se cambierò moto visto che le aspettative di poca spesa e tante resa son ostate rispettate in pieno. Però ci penso su, è normale no? Avete offerte?
Assolutamente no, non penso solo alle moto e ad i viaggi in moto.
Anche alle donne nude !
Purtroppo no, non abbiamo bevuto molta birra: dopo l’ottimo inizio mitteleuropeo ci siamo scontrati con le durissime leggi scandinave in materia alcolismo e somministrazione alcolici. La sensazione è che lassù il problema sia sentito e molto serio viste le contromisure adottata (leggere vecchi articoli).
La cosa che mi ha colpito di più?
Lo so, un po’ si dipingerà stupore e delusione sul viso, leggendo la risposta. Il rispetto per i bambini, sopratutto in Norvegia. Gli hotel hanno piccole reception dedicate a loro dove ci sono fogli da disegno, finti documenti di check in.
I ristoranti sono tutti dotati si spazio giochi per i bimbi e questo permette di evitare quella fastidiosa pratica forse tutta tricolore di lasciar liberi i bimbi di correre per il ristorante, fra i tavoli, suscitando le ire degli altri avventori.
Hotel, ristoranti, locali in generale hanno tv che proiettano cartoni animati, menu dedicati ai piccoli di uomo.
Le scuole, viste almeno da fuori, sono in ottimo stato, hanno strutture sportive, del verde.
Che al governo in Norvegia e Finlandia ci sia un bambino?
E si, ho pensato di non tornare. Ma succede in ogni viaggio. Più o meno.
Si, credo si troverebbe lavoro abbastanza facilmente: non ci sono persone over 50 che lavorano fatta eccezione per i capitani coraggiosi dei vari traghetti nei fiordi norvegesi.
Sia Norvegia che Finlandia pare abbiano una età media bassa ed un tasso occupazione altissimo con spiccata propensione (si si scrive con “s” e non “z”) ad assumere giovani. Il risultato è confidenza nelle istituzioni, certezza di servizi sociali, futuro. Tanti giovani con figli.
Norvegia o Finlandia? Finlandia per me, anche se i paesaggi norvegesi sono a tratti commoventi dalla bellezza. La Finlandia è gente semplice, ospitale, è paesaggi agresti. Boschiva, laghi, costruzioni isolate in spazi sterminati. Alberi, odore di legno appena tagliato, case con giochi dei bimbi fuori in giardino, taglia erba ovunque, fiori lungo la strada.
Natura spontanea e prepotente. Un’ aria sottile, freschissima, come quella che qui respiri solo in alcuni posti che non vi scrivo ne descrivo per evitare di disperdere un finto segreto che sento gelosamente tutto mio.
Come mangiavate? Con la bocca. Questa domanda non sono ancora riuscito a capirla e sono due almeno due le persone che la hanno posta (no, non dirò chi)
Si, le donne sono belle lassù, non sono solo bionde e non paiono tinte.
Da notare come abbiano, in moltissimi casi, una fronte prominente che finisce per conferire una fisionomia un po’ sgraziata. Le donne italiane sono sempre le più belle.
Mmmm… come l’India? Comunque si; ma dovremmo spedire la moto come del resto pensiamo di fare per il viaggio in Patagonia
L’ immagine che mi è rimasta chiarissima dentro?
“Lanciando la moto, nell’ultimo tratto in discesa,quando era possibile vedere solo cielo, mare, contrasto di neve, ed in lontananza le case del villaggio, ho allargato le braccia come per volare, lasciando che la moto andasse da se.
Un urlo fortissimo e liberatorio, poi ho chiuso gli occhi.
In quell’attimo di buio solitario, nella luce del sole delle 24, ho riscoperto la certezza che il viaggio più bello è sempre e comunque quello di ritorno a casa”
…
…
Alcune domande, alla spicciolata, me le sto ponendo io visto che, mentre vi scrivo, il tool di google utile alla segnalazione dell’andamento dei visitatori ed altri dati interessanti su questi, ci narra di un prode visitatore giunto su questa pagine mediante la ricerca di “forte botta al sopracciglio sinistro“. Risuona la domanda per antonomasia, PERCHE’?
Tutto questo fa però “il paio” con chi è arrivato qui cercando “calorifero da viaggio” di cui, in effetti non abbiamo mai parlato visto che con la moto c’entra poco anche se a volte sarebbe stato utile!
Ma la domanda del giorno probabilmente è: perché mai alcuni (tanti !) visitatori giungono su queste pagine avendo cercato su google “http://www.romacaputnord.it/ ” ,ossia l’indirizzo esatto di questo sito?
Il punto è, se conosci un l’indirizzo del sito che vuoi navigare, perché lo cerchi?
Chi sei caro il mio visitatore bisognoso di conferme ?
Lo immagino insicuro, una persona bisognosa di sapere che ha fatto bene, ecco.
“Si, lo so l’indirizzo ma è sempre meglio…”
Un ultimo dubbio che c’entra poco con il sito ma che mi attanaglia da anni ormai: Ghezzi, che a notte fonda commenta su rai 3 improbabili film di registi indiani, russi, noiosi come poco altro potrebbe essere, parla in contro tempo rispetto alle immagini… Bene, parla in anticipo o ritardo rispetto alle immagini trasmesse?
Sono anni che mi addormento all’alba cercando questa risposta, esausto da tutte le altre questioni, contraddizioni più attinenti alla vita, la moto, le altre illusioni.
Massimo
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Arregginnonno!! Areggetelo
Mi auguro di rispondere anche io a tali domande prima o poi… arreggeteme pure a me!
Un abbraccio!
Leo
p.s. quelli che scrivono l’indirizzo su google non hanno bisogno di certezze nella vita, ma il focus, quando apri il browser e hai google come pagina iniziale, ti va automatico sulla stringa di ricerca. Tu apri il browser che va automatico su google e cominci a scrivere http://www.romacap... ecc. e premi invio. Stavi scrivendo su google e non sulla barra indirizzi. Però il film che ti sei fatto ha del poetico… l’insicurezza, la ricerca di un aiuto anche quando non c’e’ bisogno, il bisogno di certezze…
Poliformiche sfumature di uno stesso fatto.
“le sfumature danno luce ai colori”.
Questo viaggio, questi scritti, saranno il tuo viaggio, i tuoi scritti. Spero di poterti accompagnare, di essere con te quando navigherai verso nord.
Non so ancora bene dove ne quando.
Questo è un chiaro sintomo del fatto che il viaggio c’è già, che è fattibile.
Io con te, ti va ?
Ti abbraccio
Massimo