Bergen – Kristiansand

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Bergen – Kristiansand

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Con la nuova gomma lasciamo Bergen in direzione Kristiansand.
Molti km e …tanta acqua. La strada prevista è quella costiera, coreografica, panoramica, non molto scorrevole.
E la fortuna ci sbarra ancora la strada. Dall’atlantico arriva infatti una violenta perturbazione che, nemmeno a sperare il contrario ci investe in pieno.
La tappa diventa quindi il nuovo inferno di questo viaggio:i torrenti lungo i monti sono gonfi ed impaziti, l’acqua arriva praticamente da ogni parte e non riusciamo da subito a vestire le tute supplementari per la pioggia.

Il vento porta sabbia fine e bianca assieme alla pioggia. in breve siamo fradici ed infreddoliti, le moto vanno ma la fortuna essedo cieca…spegne i fari.

David si accorge dal lampeggio delle auto che sopraggiungono nel senso contrario che i suoi fari sono spenti.
Fari anteriori e posteriori. Qualche contatto inumidito o chissà cosa altro. Ora possiamo solo tirare avanti.
Tappa estenuante, nuova prova fisica e morale.
I cartelli stradali fanno sembrare kristiansand una chimera, un luogo dell’altroquando, impossibile da raggiungere. Strade strette, camion , guai elettrici e pioggia, di una forza inaudita.

Alla stazione di servizio attacco bottone con un gruppo di motociclisti svedesi che mi raccontano che in svezia c’è sole e caldo e che ora sono qui, come noi, o forse peggio visto che erano in gruppo e che il gruppo si è disgregato causa pioggia. Si son persi e sono staccati in due gruppetti. Il rifornimento lo passiamo a parlare di strade fatte e da fare, delle condizioni meteo non buone e del domani (oggi, n.d.r) che sarà migliore.
Ci salutiamo con un gesto a metà fra uan stretta di mano ed un abbraccio, good luck, ci diciamo. Same to you.

In sella, ed ancora pioggia e vento, estenuante, senza tregue. Madre natura e noi 4 a sfidarla. Una sorta di tempesta perfetta. Le auto davanti spruzzano acqua dall’asfalto che non drena nulla, incrociamo i soliti lavori delle statali norvegesi, bestemmiamo chiunque e qualunque operaio incontrato.
La malasorte, la paura, il freddo, l’elettricità, i fari che non vanno, la benzina costosa, la Norvegia che da meravigliosamente panoramica è diventata solo un inferno.
Tiriamo avanti, altro non possiamo e non sappiamo fare: non molliamo mai ma è dura ed alla sera, giunti all’appartamento in affitto ci domandiamo come, se proseguire.
Quel se fa male come una scure lasciata cadere sul capo. Avere il dubbio di riuscire ad andare, come andare, tornare, in quanto tempo?

Arrivati a Kristiansand prendiamo contatto con il tipo dell’agenzia di affitti che avevmao contattato via telefono. E’ stupito visto che sono le 19 di sera e dovevamo esser li per le 17. Lui no sa delle battaglia vissuta, dele urla di rabbia nel casco, delle strade norvegesi che parevano un dedalo di insidie degno di un videogioco malvagio.
La serata trascorre con phon, forno acceso, stendipanni e lavasciuga.
Perfino i soldi in tasca sono bagnati ed il tipo del’agenzia è costretto a stenderli per riconsocerli, per dar loro una parvenza di carta moneta.

Stanchi, affamati con il dover asciugare tutto per per la tappa successiva. Ulteriore problema: la cena da comperare, cucinare. Impossle uscire in cerca di un ristorante per via dell’orario e per il fatto che dobbiamo asciugare tutto in una notte. QUesta è la priorità.
Sms a Leonardo, come al solito appoggio sincero, parole di amicizia e conforto.

Non abbiamo foto di questa tappa ne di quella di oggi, mentre scrivo recuperando un po’ del tempo di ieri.
Avrei voluto un video infinito perché la tempesta di pioggia e sabbia, il discorso sincero con gli svedesi, l’appartamento, non posso esser scritti o spiegati come dovrebbero.
Domani dovrei riuscire a mandare qualche foto, ma quello che vedrete sarà la nostra cena , i vestiti ad asciugare, nessun paesaggio. Lungo la strada i fiordi, i ponti, gli isolotti… tutto sommerso quasi fosse una alluvione.
Anche le auto vanno piano e solcare l’asfalto con la moto è più difficile, Scorrono alberi, ruscelli, e la natura pare impazzita. Il vento urla fuori dal casco, la sabbia puoi trovarla sulla borsa, sulla visiera, fra le dita dei guanti che non riuscirai mai ad asciugare rischiando l’artrite peggiore di cui si possa mai dire.
Anche questo è il viaggio, anche se a volte vorresti urlare basta o almeno chiederti perché mai hai deciso di farlo.
Poi pensi nel casco, ti dai mille riposte. Saprai farti altrettante domande.

Anche questo è il viaggio, una tappa di 400 km totalmente in tempesta. La natura di traverso, la fortuna che più cieca di così non si può visto che va avanti a fari spenti.
A proposito, il fusibile non è, abbiamo spruzzato wd40 nel blocchetto di accensione e nell’interuttore..se aveste idee o suggerimenti…..

Anche questo è il viaggio: la certezza di trovarvi qui a leggere, di trovare una vostra email, un vostro commento;correre in abergo, accendere il pc, prenotare il prossimo albergo, lavare, spiegare, impacchettare, spedire le foto, scrivere un po’: voi.

E’ un momento duro, davvero. Forse il peggiore del viaggio. Forza, sostegno, allora.

Itaca, ci aspetti o no?

Ulisse

p.s. domani scriverò di oggi e magari aggiornerò questo articoletto scritto di fretta e pieno di errori che domani io od il buon Leo correggeremo, magari aggiungendo FOTO ove possibile.

p.p.s. So che siete avidi di foto di paesaggi etc ma…aò, provateci un po’ voi !

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About Massimo

Massimo Soldini 25/03/1979
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4 Responses to Bergen – Kristiansand

  1. Isa says:

    Lla domanda sul chi ve l’ha fatto fare effettivamente sorge spontanea, ma la risposta è dentro di voi (…ED E’ SBAJATA???).
    Forza e coraggio, ‘sta norvegia tempestosa la rimpiangerete nella torrida roma d’agosto.
    Un abbraccio, vi seguo sempre anche se silenziosamente!
    Isa

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